I dati sui disturbi mentali degli adolescenti europei continuano a essere allarmanti. Disagi nel relazionarsi con i propri coetanei, isolamento emotivo e psicologico, difficoltà di un sereno rapporto con la quotidianità scolastica, e nella peggiore delle ipotesi veri e propri "focolai nascosti", molto spesso, fin troppo, ignorati dalla famiglia e dagli insegnanti, che conducono a inaspettati e tragici epiloghi come il suicidio.
Quello adolescenziale rimane un universo complesso, in cui entrare in punta di piedi, dove, anche per specialisti ed educatori, è come camminare su una fragilissima scala di vetro. I fattori di disagio sociale ed economico possono fomentare i disturbi mentali, è evidente che violenze familiari e povertà possono costituire fattori di enormi rischio.
Eppure è risaputo che troppo spesso, laddove ci sono benessere economico e libertà, emergono "angoli bui" nei giovani uomini e nelle giovani donne che, se non esplorati a sufficienza, possono trasformarsi in voragini davvero difficili da sanare.
Parliamo di:
I numeri dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sui disturbi mentali adolescenziali non mentono e sono a dir poco allarmanti
Si stima che, nella regione europea dell’Oms, tra il 10% e il 20% degli adolescenti abbiano almeno un problema mentale o comportamentale e che il suicidio sia la seconda causa di morte nella fascia di età 15-35 anni. È quanto emerge dalla relazione “Coesione sociale e benessere psichico tra gli adolescenti”, una raccolta di documenti e studi di caso presentati dai Paesi che hanno partecipato all’edizione 2007 del Forum Oms-Hbsc (Health behaviour in school-aged children), tenutosi a Viareggio nell’ottobre 2007. I dati evidenziano che i principali fattori di rischio per i disturbi mentali sono: povertà, esclusione sociale, violenza, rifiuto tra pari, isolamento e mancanza di sostegno familiare. Viceversa, sono fattori protettivi per il benessere mentale: interazioni interpersonali positive, coesione sociale, accesso a servizi sociali. Obiettivo della relazione non è dar conto delle migliori pratiche, ma documentare l’esperienza acquisita da ciascun Paese nell’individuare le opportunità per intervenire a tutela della salute mentale e del benessere psichico dei giovani.
Realizzato nel 2005, il documento “Politiche e piani d’azione per la salute mentale dell’infanzia e dell’adolescenza” costituisce uno dei moduli in cui si articolano le linee guida dell’Oms sulle politiche e sui servizi di salute mentale. Il dossier, a cura dell’Agenzia sanitaria regionale dell’Emilia Romagna, si rivolge a responsabili politici e amministrativi in ambito sanitario, operatori del settore, familiari di persone con disturbo mentale, enti locali, associazioni e privati. Il documento vuole essere un utile strumento per favorire la programmazione di servizi e attività, e contiene indicazioni pratiche per la messa a punto di strategie a favore della salute mentale dei più giovani.
1 adolescente su 5 soffre di disturbi mentali

Secondo l'Oms, un ragazzo su cinque soffre di disturbi mentali, il suicidio resta la prima causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, le ragazze segnalano sistematicamente un livello di benessere mentale inferiore a quello dei ragazzi.
Il 15% degli adolescenti in Europa, poi, dichiara di essere stato vittima di cyberbullismo, un adolescente su 10 di età compresa tra i 13 e i 15 anni fuma e quasi un bambino su tre in età scolare è in sovrappeso, 1 su 8 è obeso. "In una realtà interconnessa, i nostri giovani si sentono paradossalmente più soli che mai. Molti di loro hanno difficoltà con il proprio peso e bassa autostima che li espongono a problemi di salute in età adulta", avverte Hans Kluge, direttore regionale dell'Oms Europa.
Complicazioni legate alla prematurità, asfissia alla nascita, infezioni hanno provocato nel 2002 in Europa e Asia centrale la morte di 75.647 bambini sotto i cinque anni. In parte, spiega l'Oms guidato da Tedros Adhanom Ghebreyesus, quelle morti si sarebbero potute evitare e si registra un generale peggioramento negli indicatori dei sistemi sanitari.
Tra le cinque principali cause di mortalità figurano anche anomalie cardiache congenite e la sepsi neonatale. "Molti neonati e bambini muoiono ancora ingiustificatamente prima dei cinque anni", scrive l'Oms Europa nella relazione.
I dettagli del report Oms
Lo studio ha coinvolto 53 Paesi, compresi i 27 dell'Unione Europea, per un totale di 930 milioni di persone. La regione ospita sistemi sanitari tra i più solidi al mondo, ma alcuni indicatori sono in regresso e in particolare proprio sulla salute dei bambini e degli adolescenti, sottolinea l'Oms.
Se il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni resta molto basso in Europa, le differenze tra i Paesi sono considerevoli. Nella maggior parte degli Stati dell'Ue si registrano tra 1,5 e 4,1 decessi ogni 1.000 nascite; in Turkmenistan e Tagikistan il tasso sale tra 18,2 e 40,4. "Ridurre questo divario resta una sfida", scrive l'agenzia.