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Emerge un messaggio chiave e inequivocabile per la Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari, emerso dall'evento "Curiamo la fiducia tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale", organizzato a Pisa da Fiaso, Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, in collaborazione con la Società italiana di Medicina di emergenza-urgenza, Simeu. Il Servizio Sanitario Nazionale non è solo crisi e difficoltà, ma soprattutto eccellenza, innovazione e impegno quotidiano di migliaia di professionisti. Per questo è fondamentale cambiare il modo in cui si racconta la sanità pubblica e ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini.

Sicurezza e fiducia nel Servizio Sanitario Nazionale

Il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore, ha sottolineato che "l'inasprimento delle pene per chi aggredisce il personale sanitario è un segnale importante, ma non sufficiente a risolvere il problema". Fiaso è stata la prima a chiedere misure più severe contro la violenza in sanità e il Governo ha accolto queste richieste lanciando un messaggio chiaro: tolleranza zero contro i violenti. Tuttavia, la deterrenza da sola non basta: servono ambienti di lavoro più sicuri, formazione adeguata per gli operatori e un monitoraggio costante del fenomeno. Un'azione necessaria riguarda il miglioramento dell'organizzazione del sistema sanitario per ridurre le tensioni, in particolare nei pronto soccorso, dove sovraffollamento e lunghe attese sono spesso all'origine di episodi di aggressività.

Secondo Migliore, denunciare i malanni del Ssn è essenziale, ma rischia di generare un effetto boomerang di sfiducia. "Un racconto continuo di un Servizio sanitario in crisi perenne, a corto di risorse, esaspera gli animi di chi lavora e di chi ha bisogno di cure. Se la narrazione si concentra solo sulle criticità, si rischia di alimentare sfiducia e ostilità. Eppure, nonostante le difficoltà, la sanità pubblica garantisce assistenza di qualità e raggiunge risultati straordinari, anche nei contesti più complessi", ha spiegato il presidente Fiaso.

Le misure per la sicurezza degli operatori sanitari

Attualmente, sette pronto soccorso su dieci dispongono di sistemi di videosorveglianza e vigilanza, e oltre la metà delle strutture ha presidi fissi di polizia. Il Pnrr ha stanziato fondi per la sicurezza ospedaliera, "Ma il problema - ha proseguito Migliore - riguarda anche il territorio, visto che metà delle aggressioni avviene al di fuori degli ospedali, nei piccoli centri e nelle strutture territoriali." La violenza contro il personale sanitario ha conseguenze devastanti non solo per chi lavora, ma per l'intero sistema. Il clima di insicurezza spinge medici e infermieri a cercare rifugio nel settore privato, aggravando la carenza di personale nel Servizio sanitario nazionale. Per contrastare questa tendenza è necessario un nuovo patto di fiducia con i cittadini, basato su trasparenza, comunicazione chiara e valorizzazione delle cure primarie.

Per Migliore infatti "il Servizio sanitario nazionale garantisce cure di eccellenza, dalla chirurgia complessa ai farmaci innovativi. Se la vita media degli italiani si è allungata, è anche merito della sanità pubblica. Ma raccontare solo ciò che non funziona significa ignorare questa realtà e alimentare una sfiducia dannosa. Le aziende sanitarie stanno già adottando misure per migliorare la sicurezza, tra cui il controllo degli accessi, il potenziamento della videosorveglianza e la formazione specifica per il personale. Ma oltre alle norme punitive, è fondamentale lavorare per ricucire l'alleanza tra cittadini e sistema sanitario, rafforzando fiducia e rispetto reciproco."

Il ruolo delle istituzioni

La Giornata si è aperta con l'intervento del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha ribadito la gravità del fenomeno. La violenza contro chi ogni giorno si prende cura della collettività è inaccettabile e mina le basi del Servizio sanitario. Il Governo ha adottato misure severe, tra cui l'arresto in flagranza differita, già applicato in diversi casi recenti. Ma è necessario anche un profondo cambiamento culturale, promuovendo il rispetto e la fiducia nel Ssn.

Schillaci ha annunciato la firma di un protocollo d'intesa tra Ministero, Fiaso e Federsanità per rafforzare la prevenzione e la formazione degli operatori sanitari su tutto il territorio nazionale. L'impegno delle istituzioni deve procedere di pari passo con quello delle realtà sanitarie e della società civile. Noi siamo al vostro fianco.

Indagine Fiaso: aggressioni in aumento del 5,5%

Nel corso dell'evento, Fiaso ha presentato i risultati di una survey condotta nelle aziende sanitarie, che evidenzia un dato allarmante: nel 2024, le aggressioni ai danni del personale sanitario sono aumentate del 5,5%, con una media di 116 episodi violenti all'anno per ogni Asl.

Alla base di questo fenomeno ci sono diversi fattori. Il sovraffollamento dei pronto soccorso e le lunghe attese rappresentano le cause principali delle tensioni, mentre la perdita di fiducia nel Ssn, alimentata da una comunicazione focalizzata quasi esclusivamente sulla malasanità, contribuisce a generare un clima di ostilità. Anche la crescente pressione sugli ospedali, aggravata da carenze strutturali e di personale, aumenta il rischio di conflitti tra operatori e pazienti.

Le soluzioni: più prevenzione e una sanità territoriale più forte

Le soluzioni: più prevenzione e una sanità territoriale più forte

Le aziende sanitarie hanno già avviato azioni concrete per affrontare il problema. Il miglioramento della comunicazione tra il personale sanitario e l'utenza è una delle strategie più efficaci per ridurre i conflitti, come evidenziato dal 60% degli intervistati nella survey. Tuttavia, un intervento decisivo riguarda il potenziamento del personale: il 78% delle aziende sanitarie ritiene che l'aumento degli operatori sia fondamentale per contenere il sovrappollamento, considerato il principale fattore di rischio.

Per Migliore "un altro elemento essenziale è il rafforzamento della sanità territoriale, che deve offrire un'alternativa concreta ai pronto soccorso." In questo contesto, Migliore ha sottolineato la necessità di rivedere il sistema di continuità assistenziale, evidenziando che i 10mila medici di guardia medica operano in un contesto ormai anacronistico, che non risponde più alle reali esigenze dei cittadini.

Non dimentichiamo poi un altro effetto della violenza: un diffuso senso di insicurezza con costi sociali ed economici enormi. La fuga di medici e infermieri verso il settore privato, percepito come più sicuro, rappresenta un danno irreparabile per il Ssn, già alle prese con una grave carenza di personale. È quindi necessario agire subito, rafforzando le politiche di prevenzione e promuovendo una narrazione più equilibrata della sanità pubblica italiana.

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