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Negli esperti c'è un "moderato ottimismo" sulle condizioni di salute di Papa Francesco dopo il bollettino medico di questa sera, 26 febbraio, in cui il Vaticano ha comunicato che la "lieve insufficienza renale riscontrata nei giorni scorsi è rientrata" e che "la Tac torace, eseguita ieri sera, ha evidenziato una normale evoluzione del quadro flogistico polmonare".

L'infettivologo: "Pericolo sepsi scongiurato"

All'Adnkronos Salute l'infettivologo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali), ha spiegato: "Il Santo Padre sembra rispondere bene alle terapie e l'esito dell'ultima Tac al torace, alla quale il Pontefice è stato sottoposto ieri, conferma una lenta e progressiva evoluzione favorevole della polmonite. Anche la 'lieve e iniziale' insufficienza renale è rientrata. Le terapie funzionano".

Dal quadro generale "emerge anche un altro dato positivo, in questo momento il pericolo 'sepsi' è scongiurato". Inoltre, "non ci sono state altre crisi respiratorie anche se continua l'ossigenoterapia ad alti flussi, un supporto necessario perché la polmonite è ancora in corso", conclude.

L'internista: "Moderato ottimismo, l'infezione non è ancora azzerata"

Giorgio Sesti, docente di Medicina interna all'università Sapienza di Roma, ha confermato all'Adnkronos che il bollettino medico di questa sera "rassicura, c'è un moderato ottimismo". Gli elementi positivi "sono, in particolare, legati alla mancanza di ulteriori complicanze e alla regressione dell'insufficienza renale, che è molto importante perché il rene è un organo fondamentale per il recupero funzionale. Vediamo sostanzialmente una normale evoluzione di un importante processo infiammatorio che piano piano sta tornando indietro". Resta "la prognosi riservata" che evidentemente "non si può sciogliere perché l'infezione non è ancora azzerata".

"I segni di miglioramento ci sono dunque. Anche i risultati della Tac sono buoni, indicano 'una normale evoluzione' ciò vuol dire che c'è ancora un po' di infezione ma con segnali di regressione. La situazione è migliore di ieri ma finché il polmone non riprende la sua funzione totale l'ossigeno viene somministrato anche per facilitare il respiro e non far sforzare la gabbia toracica e i muscoli. L'ossigeno è l'ultima cosa che si toglie", spiega Sesti.

La fisioterapia respiratoria che il Papa sta facendo, sottolinea l'internista "ha la stessa funzione di quella che viene fatta dopo un intervento chirurgico alla gamba o al braccio, per ripristinare la funzione del muscolo. La ginnastica respiratoria allena i muscoli che contraiamo quando respiriamo. Sono i muscoli accessori del torace: gli intercostali, il diaframma e il muscolo sternocleidomastoideo. La respirazione ha una fase di inspirazione in cui c'è una contrazione muscolare - per allargare la nostra gabbia toracica e i polmoni contriamo muscoli - mentre nella fase di espirazione che è il rilasciamento spontaneo, non occorre una contrazione. La ginnastica si fa per allenare questi muscoli a sostenere adeguatamente la respirazione senza sforzi e senza fare eccessiva fatica respiratoria. Il Papa è stato allettato e deve riprendere a fare funzionare questa muscolatura".

Cosa emerge dalla Tac

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La Tac al torace del Papa, eseguita ieri sera, ha evidenziato da bollettino "una normale evoluzione del quadro flogistico polmonare". E' "un buon segno. L'esame conferma un andamento verso la guarigione della polmonite bilaterale di cui Papa Francesco è affetto. La Tac ci dice che sta meglio. I medici parlano di 'normale evoluzione del quadro flogistico polmonare': significa che il focolaio polmonitico si è ridotto di dimensione e come densità, e che il parenchima polmonare è tornato libero", dice all'Adnkronos Salute Luca Brunese, presidente eletto della Sirm (Società italiana di radiologia medica e interventistica), commentando il bollettino serale della Sala stampa vaticana sulle condizioni cliniche del Pontefice.

L'esito della Tac "fa bene sperare - spiega Brunese - Tuttavia, restano tutte le altre criticità. La lieve insufficienza renale riscontrata nei giorni scorsi è rientrata e non ci sono state altre crisi respiratorie, ma continua l'ossigenoterapia ad alti flussi. Situazione delicata, giustamente la prognosi resta riservata".

Cosa è la polmonite interstiziale di cui è affetto il Papa

Fiato corto talvolta sibilante o difficoltoso, dolore al petto o alla schiena, tosse (prima secca, poi grassa), spossatezza e inappetenza. Sono questi i sintomi della polmonite, malattia che ogni anno provoca la morte di circa 11.000 persone in Italia, soprattutto anziani ed è la prima causa di morte per malattie infettive nei Paesi occidentali. Come nel caso del Pontefice la polmonite si presenta comunemente in forma bilaterale, coinvolgendo cioè entrambi i polmoni, proprio come accade anche nelle polmoniti da Covid-19 classificate come di tipo interstiziale. Nel caso del Papa la polmonite è sopraggiunta su una infezione polimicrobica, insorta su un quadro di bronchite che ha richiesto l'utilizzo di terapia cortisonica antibiotica

I rischi della polmonite: dal cuore alla sepsi

È comunemente causata da un'infezione batterica ma, si precisa sul sito dell'Istituto superiore di sanità, può essere provocata anche da una infezione virale, fungina o dall'aspirazione di un corpo estraneo. Al termine dei bronchi, “tubi” che trasportano fino ai polmoni l'aria introdotta tramite naso e bocca, si trovano delle piccole sacche piene di aria disposte a grappolo chiamate alveoli polmonari. Gli alveoli permettono lo scambio di gas tra aria e sangue (ossigenazione del sangue). Nella polmonite gli alveoli si infiammano e si riempiono di liquido, rendendo difficile la respirazione e impossibili gli scambi tra aria e sangue. Ma cosa rischia chi è colpito da una polmonite, soprattutto se anziano? Circa un quarto dei ricoverati in ospedale con polmonite, secondo uno studio apparso su Lancet, sviluppa complicazioni cardiache e aumenta così del 60% la mortalità a breve termine. A questo si aggiunge il rischio di meningite e sepsi. Fondamentale in tal senso la prevenzione con esami diagnostici accurati all'insorgere dei primi sintomi. Tra le polmoniti, le più frequenti sono quelle di origine batterica che derivano dallo Streptococcus pneumoniae, meglio noto come pneumococco. E proprio contro queste esiste un vaccino che è offerto gratuitamente a tutte le persone che compiono 65 anni. Basta effettuarlo una volta per esser protetti tutta la vita e può essere fatto contestualmente o meno a quello antinfluenzale.

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