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Salute, allarme bilanci delle Regioni: richiesta di rinvio degli accantonamenti per i rinnovi contrattuali al 2025

Il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Massimiliano Fedriga, ha lanciato un allarme riguardo alla difficile situazione finanziaria che alcune Regioni stanno affrontando nel 2024. In una lettera indirizzata ai ministri della Salute, Orazio Schillaci, dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, Fedriga ha sottolineato le forti criticità che le Regioni stanno vivendo per quanto riguarda l'equilibrio dei bilanci sanitari. Una delle principali cause di questa difficoltà risiede negli accantonamenti per i rinnovi contrattuali del personale, previsti per il triennio 2022-2024, che rischiano di compromettere la stabilità finanziaria del Sistema Sanitario Nazionale.

L’assorbimento delle risorse per i rinnovi contrattuali e altre voci di spesa

Il presidente Fedriga ha evidenziato come l'incremento delle disponibilità finanziarie per il Servizio Sanitario Nazionale nel 2024 sia stato sostanzialmente assorbito da una serie di voci cruciali, tra cui il rinnovo contrattuale del personale, gli interventi per la riduzione delle liste di attesa, le prestazioni aggiuntive riconosciute al personale, nonché gli incrementi dei prezzi dovuti all'inflazione e ai crescenti costi energetici. Di fronte a queste spese necessarie, il presidente ha richiesto al Governo di rinviare al 2025 l’obbligo di accantonamento per i rinnovi contrattuali, in modo da evitare gravi difficoltà per gli enti regionali nel mantenere l’equilibrio finanziario.

Le difficoltà delle Regioni e il rischio di squilibri nei bilanci sanitari

Durante la seduta della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome del 13 febbraio 2025, le Regioni hanno esaminato con preoccupazione la situazione relativa al 2024. Molte di esse sono infatti in difficoltà nell’assicurare l’equilibrio economico-finanziario dei bilanci sanitari dell’anno in corso, una situazione che potrebbe compromettere i servizi offerti ai cittadini. La necessità di fare fronte agli accantonamenti per i rinnovi contrattuali 2022-2024 è diventata un tema centrale in questa discussione. I bilanci, già gravati da altre spese, si trovano quindi a dover fronteggiare una voce imprevista, che compromette ulteriormente l'autonomia delle singole Regioni.

I rinnovi contrattuali e le nuove modalità di calcolo degli accantonamenti

Nel corso degli ultimi anni, il Governo ha più volte evidenziato la necessità di un finanziamento congruo per i rinnovi contrattuali, una questione che si è acuita nel periodo della pandemia. Le stabilizzazioni e le assunzioni di personale avvenute durante l’emergenza sanitaria hanno infatti aumentato il costo complessivo del personale, ma senza un adeguato finanziamento. Questo ha reso difficile per le Regioni mantenere l’equilibrio nei bilanci sanitari. Le indicazioni ministeriali per gli accantonamenti dei rinnovi contrattuali, peraltro, sono state fornite solo il 17 gennaio 2025, quando ormai l’esercizio 2024 era già in corso. Questo ha creato difficoltà nella pianificazione delle risorse da parte delle Regioni, le quali non hanno avuto il tempo di adattare i propri bilanci alle nuove disposizioni ministeriali.

In particolare, le nuove formule di calcolo degli accantonamenti, che si basano sul costo del personale degli anni 2021-2022, hanno comportato un notevole aumento delle risorse da accantonare, rispetto al passato, quando la base di calcolo si riferiva ai costi del personale del 2015 e 2018. Questo aumento si deve alle assunzioni e stabilizzazioni realizzate durante la pandemia, che hanno portato a un incremento significativo delle risorse da destinare agli accantonamenti per i rinnovi contrattuali.

Impossibilità di programmare i bilanci in anticipo

Una delle principali problematiche sottolineate da Fedriga è che, a differenza degli anni precedenti, quest’anno le indicazioni sui rinnovi contrattuali sono arrivate troppo tardi, ovvero a esercizio già concluso. Questo ha impedito alle Regioni di modificare in tempo utile le assegnazioni agli enti sanitari e di rimodulare la spesa, al fine di garantire un bilancio in pareggio. Se in passato, infatti, le indicazioni arrivavano prima della fine dell'esercizio, le Regioni avevano la possibilità di adattarsi e fare le dovute modifiche, risolvendo eventuali problematiche di squilibrio finanziario.

Il rischio di bilanci in deficit

Ora, alcune Regioni potrebbero trovarsi nella condizione di dover presentare bilanci in deficit, non avendo avuto la possibilità di prevedere un aumento così consistente degli accantonamenti per i rinnovi contrattuali. In una situazione di incertezze finanziarie, le difficoltà di bilancio potrebbero portare ad una gestione non ottimale delle risorse, con il rischio di compromettere la qualità dei servizi sanitari offerti alla popolazione. Il rischio di squilibri è quindi molto alto, e ciò potrebbe compromettere l’efficacia del Sistema Sanitario Nazionale nel 2024.

La richiesta di rinvio al 2025

Alla luce di queste difficoltà, il presidente Fedriga ha chiesto al Governo di rinviare gli accantonamenti per i rinnovi contrattuali all'esercizio 2025, in modo da dare alle Regioni il tempo di pianificare adeguatamente le risorse necessarie e garantire un equilibrio nei bilanci sanitari. In questo modo, nei bilanci sanitari del 2025, le Regioni potranno disporre degli accantonamenti per i rinnovi contrattuali, calcolati in base ai parametri stabiliti dai documenti di finanza pubblica e riferiti agli anni 2024 e 2025. Questo rinvio consentirebbe di evitare che il 2024 diventi un anno problematico per le finanze regionali, salvaguardando così la stabilità economica delle Regioni e la qualità dei servizi sanitari.

I Fatti

La situazione dei bilanci sanitari delle Regioni nel 2024 è davvero delicata. Il crescente peso degli accantonamenti per i rinnovi contrattuali, sommato alle altre voci di spesa, rischia di compromettere l’equilibrio finanziario, con effetti negativi sulla gestione dei servizi sanitari. La richiesta di rinviare gli accantonamenti al 2025 appare una misura necessaria per consentire alle Regioni di programmare correttamente le proprie risorse e garantire la stabilità del Sistema Sanitario Nazionale. L'auspicio è che il Governo prenda in considerazione le difficoltà economiche delle Regioni e adotti soluzioni che permettano di affrontare il 2024 senza compromettere l’efficacia dei servizi offerti ai cittadini.

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