Schillaci: “Nell'ambito della salute della donna occorre assumere e consolidare una prospettiva di genere in sanità è indispensabile soprattutto per contrastare le disuguaglianze e garantire maggiore equità e appropriatezza nella prevenzione, nella diagnosi, nella cura, nella riabilitazione. Eppure, a oggi, la numerosità delle donne negli studi clinici come sapete spesso è limitata”.
Tecnologia e diritto universale alla salute
Un aiuto per promuovere di più il diritto universale alla salute può arrivare dall'evoluzione tecnologica. “E' una grande potenzialità da governare e sfruttare in modo corretto con l'obiettivo di perseguire il binomio innovazione/appropriatezza - prosegue -. Ed è dunque cruciale che l'applicazione delle nuove tecnologie in campo medico tenga conto anche delle specificità di ciascuna persona”.
Sostenere la salute della donna e la denatalità

Per il ministro, è inoltre importante “investire in percorsi clinico-assistenziali nei confronti di patologie invalidanti che colpiscono elettivamente le donne, penso in primis all'endometriosi - prosegue - con questa consapevolezza stiamo lavorando per garantire l'accesso a servizi adeguati alle problematiche specifiche della salute femminile così come per tutelare la salute riproduttiva, promuovendo gli stili di vita sani, una maggiore omogeneità territoriale nel percorso nascita e nell'accesso alle tecniche di Pma. Questo anche alla luce della progressiva denatalità, una sfida complessa che stiamo affrontando agendo su più fronti e che vede impegnato tutto il Governo”.
Ricerca scientifica e medicina di genere
In tema di ricerca scientifica e innovazione alla base delle politiche per la diffusione e applicazione della medicina di genere, il ministro ha poi ricordato che “un contributo significativo è quello apportato dal Gruppo di lavoro Medicina di genere avviato dal Ministero con la partecipazione della rete degli Irccs per la promozione dell'applicazione di tecnologie innovative e di esami diagnostici specializzati rivolti al mondo femminile in ambito sanitario e biomedico, compresa l'attenzione all'ottica di genere. Anche il Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 evidenzia la necessità di questo indispensabile cambio culturale e di prospettiva per aumentare l'appropriatezza di interventi e prestazioni”, conclude.