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L'amianto uccide ogni anno migliaia di persone nei paesi europei industrializzati, con una media annuale di 2mila casi di tumori, spesso letali, causati dal contatto prolungato, sui luoghi di lavoro, con questa sostanza killer, la prima causa di malattie mortali nelle aziende, nelle fabbriche e nei cantieri europei, con il Regno Unito drammaticamente al primo posto per decessi.

I tragici dati italiani

Tra il 2010 e il 2020 ogni anno in Italia sono decedute per mesotelioma in media 1.545 persone, 1.116 uomini e 429 donne. Dei decessi osservati in media ogni anno, 25, (l’1,7%) avevano un’età uguale o inferiore ai 50 anni.

Sono i dati riportati nel rapporto Istisan 24-18 ‘Impatto dell’amianto sulla mortalità. Italia, 2010-2020’ dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sulla mortalità per amianto nel nostro paese.

Il rapporto riporta una diminuzione del numero dei decessi per mesotelioma tra gli under 50 negli ultimi anni, un primo effetto della legge 257/92 con la quale l'Italia vietò l'utilizzo dell'amianto e la produzione di manufatti contenenti amianto.

“L’Istituto superiore di sanità - afferma Rocco Bellantone, Presidente dell’Iss - è impegnato da anni su questo tema e il problema amianto rimane tra le priorità di sanità pubblica. L’Iss continuerà a contribuire alle attività di ricerca e alla sorveglianza epidemiologica delle malattie amianto-correlate, nonché alla definizione di strumenti per il rilevamento delle sorgenti di esposizione all’amianto ancora presenti nel nostro Paese, e all’implementazione di azioni preventive, fornendo supporto alle istituzioni e ai cittadini, attraverso momenti di interlocuzione e condivisione”.

Le regioni e i comuni a più elevata mortalità

Le regioni Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria presentano un numero di decessi per 100.000 abitanti maggiore della media nazionale, ma i casi sono distribuiti sull’intero territorio italiano. In totale sono stati registrati su tutto il territorio nazionale quasi 17.000 casi nel periodo 2010-2020.

Il numero dei decessi è superiore al numero atteso sulla base della media regionale in 375 comuni: si tratta di territori con cantieri navali, poli industriali, ex industrie del cemento-amianto, ex cave di amianto.

La mortalità tra i giovani è in calo

Negli ultimi anni, come indicano i dati del rapporto, si osserva una diminuzione del numero dei decessi, in particolare tra la popolazione con 50 anni o meno (31 casi osservati nel 2010 e 13 casi nel 2020).

Le morti per mesotelioma osservate tra i più giovani - come spiegano gli esperti dell’Iss - sono probabilmente dovute a una esposizione avvenuta in età pediatrica in ambienti non-occupazionali, vista la lunga latenza (fino a 30-40 anni) della malattia.

La maggior parte delle persone decedute per mesotelioma è stata probabilmente esposta all’amianto in ambienti lavorativi nei decenni passati. Ma l’esposizione può essere avvenuta anche in contesti domestici o ambientali, per inalazione di fibre rilasciate nelle abitazioni oppure nell’ambiente da sorgenti presenti sul territorio.

Il mesotelioma e la legge 257/92

Il mesotelioma e la legge 257/92

Il mesotelioma è un tumore aggressivo, ad alta letalità con una latenza anche di 30-40 anni, che colpisce le cellule del mesotelio, il tessuto sottile che ricopre gran parte degli organi interni. Il mesotelioma nell’80% dei casi circa è dovuto all’esposizione all’amianto.

Per il fatto di rilasciare fibre inalabili, l’amianto (chiamato anche asbesto) oltre che del mesotelioma può essere responsabile di asbestosi (una malattia polmonare cronica conseguente all'inalazione di fibre di asbesto) e, seppure con una quota attribuibile più bassa e più difficile da stimare, anche di altre tipologie di tumore, come il tumore polmonare e dell’ovaio.

Il 27 marzo del 1992, con 13 anni di anticipo rispetto all’Europa, in Italia entra in vigore la legge 257/92, che stabilisce il divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione di amianto.

La necessità di intervenire

“Le morti e le malattie per amianto destano un grande senso di ingiustizia sociale che richiama tutti alla necessità di intervenire - ha dichiarato Marco Martuzzi, direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Iss - In Italia molto è stato fatto negli ultimi decenni, per cui oggi si vedono i primi effetti positivi”. “Ma l’amianto rimane un’emergenza ambientale e sanitaria - riprende l’esperto - che richiede urgenti interventi di prevenzione, eliminando esposizioni residuali all’amianto ancora presenti nel nostro Paese. Va assicurata un’adeguata assistenza sanitaria e sicurezza sociale agli ex esposti, ai malati per amianto e ai loro familiari”.

Si tratta di interventi che richiedono uno sforzo sinergico tra le istituzioni locali e nazionali, le associazioni, il mondo della ricerca.

Muoiono più persone per esposizione all'amianto che per incidenti stradali

L'amianto continua a uccidere in media oltre 2.000 persone ogni anno nel Regno Unito; entro il 2050, si stima che ne avrà uccise circa 91.000 solo nel Regno Unito. Nel 2015, le ultime cifre disponibili, ci sono stati poco più di 1.700 decessi sulle nostre strade.

L'amianto è un minerale naturale

In realtà, amianto è un termine collettivo per sei minerali, tutti dotati di proprietà di resistenza al calore e alla fiamma. I più noti e più comunemente usati sono il crisotilo, l'amosite e la crocidolite, noti rispettivamente come amianto bianco, marrone e blu. Ne esistono altri tre tipi, tremolite, antofillite e actinolite, ma non sono usati industrialmente.

Il blu è generalmente considerato l'amianto più pericoloso, seguito dal marrone. Tuttavia, nessuno di loro è "sicuro" e tutti dovrebbero essere trattati come altamente pericolosi se trovati.

Incredibilmente, esiste ancora un'industria globale dell'amianto, in particolare in Russia, Cina, Brasile e Kazakistan. La città russa di Asbest, con una popolazione di circa 84.000 persone, ospita la più grande miniera di crisotilo del mondo, che è grande la metà dell'isola di Manhattan.

Perchè si muore ancora di amianto

I problemi di salute sono causati dall'inalazione di amianto, e le sue fibre rimangono nei polmoni. È quindi più pericoloso quando è nella sua forma fibrosa originale, o quando è danneggiato e le particelle si staccano.

La maggior parte dei lavoratori industriali esposti in passato all'amianto erano esposti alla polvere utilizzata per realizzare isolamenti e rivestimenti resistenti al calore e al fuoco.

Tuttavia, molte persone sono state esposte al rischio perché hanno maneggiato in modo improprio l'amianto danneggiato o rotto.

L'amianto è noto come il killer silenzioso a causa del suo lungo periodo di latenza. Ciò significa che a volte possono passare diversi decenni prima che i sintomi diventino noti e portino alla morte. Se pensi di essere stato esposto all'amianto il primo consiglio è una visita specialistica accurata ai tuoi polmoni.

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