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Tumori. Il trasferimento di mitocondri con DNA mutato alla base della resistenza all’immunoterapia

Un team di ricercatori giapponesi specializzati in tumori ha identificato nel trasferimento di mitocondri con DNA mutato dalle cellule tumorali alle cellule immunitarie un meccanismo chiave di resistenza all'immunoterapia oncologica. Prendere di mira questo fenomeno potrebbe migliorare l'efficacia del trattamento nei pazienti oncologici. Lo studio è stato pubblicato da Nature.

12 FEB - Il trasferimento di mitocondri con DNA mutato dalle cellule tumorali alle cellule immunitarie costituirebbe un meccanismo chiave alla base della resistenza all’immunoterapia. È quanto sostiene, in un articolo pubblicato da Nature, un team di ricerca giapponese coordinato da Yosuke Togashi dell’Università di Okayama. Prendere di mira questo trasferimento di mitocondri, dunque, potrebbe migliorare l’efficacia dell’immunoterapia contro il cancro.

Obiettivo dell’immunoterapia in oncologia è quello di programmare le cellule immunitarie a riconoscere ed eliminare quelle tumorali. Tuttavia, alcune cellule possono sfuggire alla sorveglianza immunitaria attraverso vari meccanismi, con conseguente resistenza al trattamento. I mitocondri - piccoli organelli che producono energia per vari processi cellulari - hanno un ruolo significativo nella riprogrammazione metabolica delle cellule tumorali e dei linfociti infiltranti il tumore, presenti nel microambiente tumorale.

Lo studio

Per approfondire il tema della disfunzione mitocondriale nell’evasione immunitaria del cancro, i ricercatori hanno esaminato i mitocondri dei linfociti infiltranti di pazienti oncologici e hanno scoperto che contenevano le stesse mutazioni del DNA dei mitocondri (mtDNA) delle cellule tumorali. Ulteriori analisi hanno rivelato che queste mutazioni erano collegate a strutture mitocondriali anomale e disfunzioni nei linfociti infiltranti.

Successivamente, utilizzando un marcatore fluorescente, il team ha scoperto che i mitocondri venivano trasferiti da cellula a cellula attraverso connessioni dirette chiamate “nanotubi” o “vescicole extracellulari”.

Una volta all’interno dei linfociti, i mitocondri derivati dal cancro andavano gradualmente a sostituire quelli delle cellule originali, portando a “omoplasmia”, ovvero alla presenza, all’interno di una cellula, del solo DNA mitocondriale normale o del solo DNA mitocondriale mutato.

L'analisi dei ricercatori

Infine, i ricercatori hanno osservato che i mitocondri danneggiati nei linfociti erano resistenti al processo di mitofagia, che porta a degradazione i mitocondri disfunzionali, e che questa resistenza era assicurata da fattori inibitori co-trasferiti con i mitocondri.

Di conseguenza i linfociti infiltranti andavano incontro a disfunzione mitocondriale, che conduceva a una riduzione della divisione cellulare, a cambiamenti metabolici, a un aumento dello stress ossidativo e a una risposta immunitaria compromessa.

“C’è un bisogno urgente di nuove terapie che superino i meccanismi di resistenza", conclude Yosuke Togashi. "Lo sviluppo di farmaci che inibiscono il trasferimento mitocondriale tra cellule tumorali e cellule immunitarie potrebbe migliorare l’efficacia delle immunoterapie”.

Nuove prospettive terapeutiche nella lotta al cancro

Il trasferimento di mitocondri con DNA mutato tra cellule tumorali e linfociti potrebbe rappresentare una nuova frontiera nella ricerca sul trattamento del cancro. Affrontare questa forma di resistenza all'immunoterapia potrebbe aprire la strada a terapie più mirate e personalizzate, in grado di rafforzare la risposta immunitaria contro i tumori.

Studi futuri potrebbero concentrarsi sullo sviluppo di farmaci in grado di interrompere il trasferimento di mitocondri tra le cellule tumorali e quelle immunitarie, riducendo così la disfunzione mitocondriale e potenziando l'efficacia delle attuali terapie. Inoltre, la scoperta potrebbe stimolare nuove ricerche sulla capacità del sistema immunitario di adattarsi alle alterazioni mitocondriali, portando a soluzioni innovative per contrastare la resistenza all'immunoterapia. In questo contesto, la collaborazione tra diverse discipline scientifiche e il continuo progresso della biotecnologia potrebbero risultare determinanti per sviluppare trattamenti sempre più efficaci nella cura dei tumori.

Riflessioni finali

Il trasferimento di mitocondri tra cellule tumorali e immunitarie potrebbe compromettere l'efficacia dell'immunoterapia, riducendo la capacità dei linfociti di riconoscere e combattere il cancro. Intervenire su questo meccanismo potrebbe aprire nuove strade terapeutiche per migliorare i trattamenti contro il tumore.

Rimane fondamentale, nel nostro sistema sanitario, concentrarsi sulla prevenzione e utile in tal senso può essere sempre un check-up completo presso centri specializzati.

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